lunedì 30 novembre 2009

Carrello laterale


Ieri ero a Milano e tornando in pullman verso l'aeroporto, avendo con me la digitale, m'è venuto in mente di riprendere la città sotto l'acqua in un estemporaneo carrello laterale.
Nessun paragone, per carità, già come omaggio fa abbastanza senso. Una delle sequenze più intense del cinema mondiale. Il famoso carrello laterale della fuga di Antoin Doinel nel finale de I 400 colpi, di François Truffaut.
Non avevo mai ripreso nulla in vita mia o quasi. Strano, amando così tanto il cinema. E però poi le cose ti appaiono provando, mi sono accorto che una vera sequenza in carrello laterale non segue un paesaggio, come qui, ma segue un personaggio che si muove in un luogo.
Una cosa che invece mi piace è il senso di "presente" dell'inquadratura a 90° rispetto all'oggetto della ripresa. Non vedi ciò che arriva e va via quasi prima di accorgerti di cosa si tratta.

martedì 24 novembre 2009

Ricordi

Doveva essere il 1977 e io ero al primo anno di liceo, quando uscì Novecento atto primo, di Bernardo Bertolucci. E non so se i fatti della nostra vita si svolgono come li ricordiamo o mutano in noi con il passare degli anni, ma la sensazione che mi porto dietro è che vedendo l'inizio di questo film qualcosa che era in me si è aperto. Da quel momento ho saputo di amare quei paesaggi. Gli argini dei fiumi rialzati, con i filari di alberi, le macchie regolari dei campi, le case basse e larghe della pianura padana. Una rivelazione, come incontrare qualcuno lungamente atteso eppure familiare.
Luoghi che non appartengono al mio passato, nessuno della mia famiglia, per quanto riesca a tornare indietro, viene da lì. E anche per la mia poca esperienza di quattordicenne quella grande distesa era limitata agli attraversamenti autostradali per andare in vacanza con i miei sulle alpi. E allora perché? Non so. Ma so citare Ossessione, Paisà, Il mulino del Po, L'albero degli zoccoli, Novecento, appunto. La mia pianura padana è frutto dell'amore per il cinema, e lo so che quel luogo non esiste, ma voglio andarlo a cercare.

giovedì 19 novembre 2009

Roma era la città più bella del mondo

Roma era la città più bella del mondo. E fino a poco tempo fa bastava un tramonto per riconciliarti con l’universo.
Io amo Roma, amo i romani e il loro cinismo, il loro sarcasmo al vetriolo, il loro cuore grande. Amo Sordi e Moretti, me lo merito. Mi sono chiesto spesso anche perché Roma sia stata raccontata in modo stupefacente e vero da non romani, come Pasolini o Fellini. Perché romani si può anche non nascere, si può diventare, e questo è caratteristica unica di questa grande città che è un po’ puttana, un bel po’.
Occhiobello lo vedevo passandoci con il treno per Venezia, subito dopo Ferrara, dopo il lungo ponte di ferro e il Po, sotto l’argine e la fila di alberi. La prima volta pensai: Un luogo ideale per una inondazione. Ma a forza di passarci ne scoprii altre caratteristiche, le case basse, la calma, il campanile e la piatta circostante, le biciclette. Non perdevo mai l’appuntamento al passaggio, salvo una volta con la nebbia. M’è venuto da pensare che avrei voluto vivere lì. E da allora è un po’ il rifugio da ogni momento difficile. Apro il browser e mi cerco una casa a Occhiobello, che poi ho scoperto che dove passa il treno si chiama Santa Maria Maddalena, che è frazione, per quanto più grande, di Occhiobello, dove invece passa il ponte dell’autostrada.
Insomma, io non lo so se poi a vivere ci andrò sul serio, però mi piace pensarlo.
Che è l’unico modo per continuare ad amare Roma.

martedì 17 novembre 2009

Ma ci sarà l'ADSL a Occhiobello?

No, perché sarebbe una bella fregatura altrimenti...

venerdì 13 novembre 2009

Red Carpet



Chissà come sarà a Occhiobello, anche se conoscendo un po' quei luoghi penso meglio. Perché a Roma le piste ciclabili, le poche piste ciclabili, attraggono irresistibilmente qualsiasi pedone si trovi a passare nelle vicinanze. Non c'è nulla da fare. Come una lunga guida rossa la pista ciclabile viene percorsa in tutta la sua lunghezza passeggiando con il cane, con la/il fidanzato/a, con i sacchetti della spesa, con gli amici.
Ah, e se passate in bicicletta, non suonate, che i vaffa se sprecano...

mercoledì 11 novembre 2009

Marco

Visto che questo è un blog in divenire, rivolto al futuro, è anche l'occasione di mettere alcuni punti fermi del mio passaggio terreno.
Non so quante cose buone ho combinato nella mia vita.
Ma lui m'è (c'è...) riuscito proprio bene!
Bello de papà.



Qui in un (raro) momento di riposo, quest'estate a Villa Pamphili.

lunedì 9 novembre 2009

Occhiobello

Occhiobello (Ug'bèl in dialetto emiliano e Ociobelo in lingua veneta) è un comune italiano di 11.199 abitanti, della provincia di Rovigo in Veneto.


In effetti è praticamente alla periferia di Ferrara, appena aldilà del Po.

E' un luogo che mi ha sempre attratto, e nemmeno io so perché. Sarà il fiume, sarà la vicinanza con Ferrara, sarà che lo vedevo sempre passando con il treno e pensavo che magari in un posto così mi sarei trovato a mio agio.
E allora perché no?
abiterò a Occhiobello.

L'inizio

Una ricerca random mi aveva suggerito:

Vaniloqui senili
La certezza del dubbio
Tutto su di me (vagamente egocentrico)
Io, io, io... e gli altri (egocentrico/citazionista)
Sopra le nuvole (disegnando aerei...)
Roma/Milano AR
That's a blog, baby. A blog! And there's nothing you can do about it. Nothing! (citazionista al cubo)

Alla fine ho deciso per un divenire ipotetico ma nemmeno tanto.

Ora ci si potrebbe interrogare (io l'ho fatto) sul perché aprire un blog, avendone per di più già uno.
Non lo so. Però io l'ho aperto.

Cosa ci scriverò nemmeno lo so, forse qualcosa che rimarrà scolpito nella memoria del genere umano, anche se mi pare improbabile.

Insomma, si parte.